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CALOGERO CONDELLO. PENSIERO TRIDIMENSIONALE. CLASSICITà E FUTURO

 INFO Evento
Dove:TRIESTE - Friuli Venezia Giulia
Italia (IT)
LocalitÀ:Magazzino 26 · Porto Vecchio
Quando:Dal 9 Mar 2024 Al 5 Mag 2024
LINGUE DISPONIBILI

     Italiano


DESCRIZIONE:

S’inaugura sabato 9 marzo 2024 alla Sala Fini del Magazzino 26 del Porto
Vecchio di Trieste la mostra “Calogero Condello. Pensiero tridimensionale.
Classicità e futuro”.

S’inaugura sabato 9 marzo 2024 alle 18 nella Sala Leonor Fini del Magazzino
26 del Porto Vecchio di Trieste la mostra “Calogero Condello. Pensiero
tridimensionale. Classicità e futuro”, che sarà presentata da Marianna
Accerboni. In mostra una fascinosa sequenza di installazioni tridimensionali
realizzate dall’artista friulano negli ultimi anni.
(fino al 5 maggio/ orario: giovedì e venerdì 16–19, sabato, domenica e festivi
10-19, ingresso libero/ info e ufficio stampa: +39 335 6750946).

La capacità speculativa propria della cultura mediterranea – scrive Marianna
Accerboni - si specchia nell'opera di Calogero Condello, che sa compendiare
nei propri lavori euritmia, misura e passione, racchiusi e sospesi in un'arte
d'ispirazione concettuale, in cui ricorrono i canoni della bellezza classica e
neoclassica accanto ad altre scelte estetiche di qualità, espresse sul filo della
contemporaneità sia sotto il profilo formale che per quanto riguarda il loro
significato.
Riflessioni che provengono da una preparazione artistica e professionale
iniziata al Liceo artistico di Agrigento e affinatasi quindi all’Accademia di Belle
Arti di Firenze nella sezione Scultura, dove Condello ha approfondito molteplici
discipline, implementando e affinando il proprio naturale talento verso la
tridimensionalità, ma anche verso espressioni bidimensionali, che incorniciano
e compendiano spesso le opere scultoree.
Da notare altresì che tali sculture non rappresentano voci uniche, da
considerarsi singolarmente, bensì delle originali espressioni corali in cui
l’autore, nella ricerca di un ideale rapporto biunivoco di traccia umanistica con
“l’altro”, esprime le proprie riflessioni su molteplici aspetti del nostro
quotidiano, accentrando in particolare il focus della sua narrazione simbolica
sulla guerra e sull’inquinamento, problemi che condizionano in modo negativo
la nostra esistenza. Grande drammaticità, che assurge al diapason di tragedia
greca, è suggerita proprio dal tema ecologico, rappresentato dall’artista – che
ha esposto in prestigiose sedi istituzionali in Italia e all’estero –
nell’installazione che simula un insano e metaforico banchetto (Uomo e madre
natura) del 2021 mentre il tema della guerra graffia il nostro animo con
l’installazione in terracotta dal titolo “Dilaniata” realizzata tra il 1995 e il 2003.
Con assoluta padronanza della terza dimensione e dello spazio, Condello
esprime, attraverso un'arte simbolica in cui risuonano gli echi della misura
aurea, la propria interpretazione della realtà contemporanea e di alcune delle
sue problematiche più pressanti, individuate anche attraverso gli echi più
crudi. Riconducendole a una misura d'uomo, che rappresenta il fulcro e il
mezzo della sua originale riflessione e delle sue installazioni.
Sotto il profilo tecnico le sue opere sono realizzate mediante il calco in gesso
di un modello umano in carne e ossa, poi ulteriormente rielaborato e
modificato attraverso un metodo di ricerca molto personale, volto alla
modulazione di un linguaggio in cui il rapporto tra interiorità ed esteriorità si
avvale talvolta dell’uso della luce (come accaduto al Teatro romano di Trieste
nel 2019 e ad Aquileia nel 2020), che dona un senso di fragile bellezza alla
trasparenza della vetroresina, arricchita spesso da pigmenti e scelta forse non
casualmente ma istintivamente anche per rammentare la caducità delle cose
terrene. Talvolta invece le sculture sono forgiate in un bronzo dalla patina
scura che accentua lievemente il “drama”, cioè, secondo l’etimologia greca,
l’azione scenica interpretata da figure ideali che diventano quasi eroi
neoclassici. Di bronzo sono infatti le tre sculture che accompagnano e
ricordano al fruitore la mostra nel corso della sua durata, collocate in tre spazi
chiave del centro di Trieste, oltre ad alcune opere presenti nella sede
espositiva: il Magazzino 26 del Porto vecchio di Trieste che, con la sua austera
memoria del passato e il suo riuso nel presente, interpreta perfettamente la
concettualità temporale espressa dallo scultore siciliano, sospesa tra un
passato apparentemente ideale, un’attualità densa di nubi plumbee e un
futuro che auspichiamo migliore, grazie anche alle simboliche denunce di
artisti come Condello, autore dalla poetica elegante ed essenziale, coraggioso,
spesso ispirato e pervaso da un istinto e da una sensibilità sobriamente e
sottilmente scenica. A interpretare con emozione – conclude Accerboni - il
teatro della vita nella prospettiva di una rinascita e della speranza.

DOVE: Magazzino 26 · Porto Vecchio · 34135 Trieste
QUANDO: 9 marzo · 5 maggio 2024
ORARIO: giovedì e venerdì 16–19, sabato, domenica e festivi 10-19
(autobus linea 6, fermata Polo museale)
A CURA DI: Marianna Accerboni
CATALOGO: sì
INGRESSO LIBERO
INFO: info e ufficio stampa: +39 335 6750946
info point: + 39 333 6133178
 
 

 
 
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