Home Page Cerca | E-mail | www.sendtravel.com Home Page 
 
 
ACCOUNT
Per gli editori


ENTRA (Login)
REGISTRAZIONE
 
 

 
 
Strutture turistiche
foto
Eventi
Guide Turistiche
Musei
Escursioni e Tours
Diari di viaggio
 
 

 
  Traghetti  
 

 
 
Exchange
Meteo
 
 

 
  NEWSLETTER
Partners (link exchange)
 
 

 
 
 
 






  

 
 


(IT) Italia
 
 

 
 
> Europa > Italia (IT) > Friuli Venezia Giulia > Trieste > TRIESTE

OPEN - CONFINI DI LUCE PER UN MONDO DI PACE

 INFO Evento
Dove:TRIESTE - Friuli Venezia Giulia
Italia (IT)
LocalitÀ:Magazzino 26
Quando:Dal 17 Mag 2025 Al 13 Lug 2025
LINGUE DISPONIBILI

     Italiano


DESCRIZIONE:

OPEN
Confini di luce per un mondo di pace
Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste / Sala Carlo Sbisà
17 maggio / 13 luglio 2025

Un progetto espositivo multimediale di arte visiva e musica che, attraverso la multiforme
creatività di 7 artisti contemporanei del Nord Est, suggerisce, nello spirito e nel contesto
borderless di GO! 2025 – Gorizia e Nova Gorica Capitale europea della cultura, un mondo di
pace e di condivisione.

Opere degli artisti
Paolo Cervi Kervischer, Claudio Mario Feruglio, Jasna Merkù, Zoran Music, Luigi Spacal, Carlo
Vidoni, Toni Zanussi

Mostra promossa e organizzata da
Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo
nell’ambito del programma Go! 2025 & Friends di GO! 2025 – Gorizia e Nova Gorica Capitale
europea della cultura

Ideazione, curatela, progetto di allestimento
architetto Marianna Accerboni

Inaugurazione: venerdì 16 maggio ore 18
Presentazione del brano Confini di luce, colonna sonora della mostra composta site specific
dal M° Silvio Donati
vin d’honneur con degustazione dei vini dell’Azienda Agricola Zidarich

Conferenza stampa
14 maggio ore 11 / Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste / Sala Carlo Sbisà

S’inaugura venerdì 16 maggio alle ore 18 al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste (Sala
Carlo Sbisà) la mostra OPEN. Confini di luce per un mondo di pace: un progetto espositivo
multimediale di arte visiva e musica che, attraverso la multiforme creatività di 7 artisti del
Nord Est e dei territori limitrofi, di matrici culturali diverse, suggerisce, nello spirito e nel
contesto borderless di GO! 2025 – Gorizia e Nova Gorica Capitale europea della cultura, un
mondo di pace e di condivisione.
La rassegna, promossa e organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della
Cultura e del Turismo nell’ambito del programma Go! 2025 & Friends di GO! 2025 – Gorizia e
Nova Gorica Capitale europea della cultura, è ideata, curata e allestita dall’architetto
Marianna Accerboni.

In mostra, oltre un centinaio di opere dell’artista triestino Paolo Cervi Kervischer, dei friulani
Claudio Mario Feruglio, Carlo Vidoni e Toni Zanussi e di Jasna Merkù e Luigi Spacal,
appartenenti questi ultimi due, alla comunità slovena di Trieste. Accanto all’opera di tali
significativi e rilevanti artisti del Nord Est, noti e attivi a livello internazionale, una sezione è
dedicata al pittore Zoran Music, protagonista originale e indiscusso della ricerca artistica
mondiale del secondo Novecento. Nato a Bukovica/Boccavizza, vicino a Gorizia, nel 1909
(allora Impero austroungarico, oggi Slovenia), attivo tra Venezia (dove morì nel 2005) e
Parigi, è presente con 15 importanti e rari dipinti. Un’altra sezione è dedicata a Luigi Spacal
(Trieste 1907 – 2000), grande maestro dell’incisione, che partecipò più volte alle Quadriennali
Romane e alla Biennale di Venezia anche con delle mostre personali, nel cui ambito fu
ripetutamente premiato.
Molteplici i linguaggi e le tecniche presenti in mostra: dalla pittura a olio, acrilico, tempera e
acquerello alla tecnica mista, collage e incisione, dalla scultura all’installazione, interpretati
attraverso un taglio espressionista, concettuale, minimalista, simbolista o neoromantico,
permeato a volte da suggestioni oniriche, poetiche, fantastiche, metafisiche e surreali.
Tali variegate ma coerenti esperienze artistiche vengono sottolineate in mostra dalla musica,
fil rouge dell’esposizione e della maggior parte degli eventi collaterali, con brani inediti e
nuovi arrangiamenti composti per l’occasione.
Una gran parte delle opere esposte sono pure inedite, essendo state realizzate molto di
recente, appositamente per questa rassegna dagli artisti viventi Paolo Cervi Kervischer,
Claudio Mario Feruglio, Jasna Merkù, Carlo Vidoni e Toni Zanussi; i lavori di Zoran Music e
Luigi Spacal sono tutti rari e poco noti e sono stati selezionati tra le opere più interessanti e
significative di questi pittori presenti nella prestigiosa collezione di Lia e Maurizio Zanei, una
delle più rilevanti ed esaustive raccolte al mondo di dipinti di Music.

Fino al 13 luglio 2025 / orario giovedì e venerdì 17 – 20 e sabato, domenica e festivi 11 – 21
(autobus linea 19, fermata Porto Vivo Porto Vecchio - Generali Convention Center) / ingresso
libero
Info, visite guidate e laboratori: +39 335 675 0946 / marianna.accerboni@gmail.com /
www.triestecultura

Nell’ambito della mostra, a partire dal 24 maggio, sono previste visite guidate condotte dalla
curatrice e laboratori di pittura e disegno per adulti e bambini, tenuti dagli artisti partecipanti
e ispirati al tema dei confini liquidi e della pace. Sarà inoltre istituito un premio di pittura in
tema per adulti e bambini
(info e prenotazioni: +39 335 6750946 / marianna.accerboni@gmail.com).


EVENTI COLLATERALI a cura di Marianna Accerboni:

Sala Lelio Luttazzi
sabato 31 maggio / ore 18.30
presentazione ufficiale del video Un uomo, un castello, un incontro (39’, in italiano e tedesco)
con musiche inedite del compositore Silvio Donati e voci recitanti, dedicate a Rainer M. Rilke
e alle Elegie duinesi, composte dal grande poeta austriaco di origine boema - uno dei più
importanti di lingua tedesca del XX secolo - durante il suo soggiorno al Castello di Duino, da
cui trasse ispirazione, ospite della principessa Marie di Torre e Tasso

Sala espositiva Carlo Sbisà
venerdì 6 giugno / ore 19.00
incontro con lo scrittore Diego Marani sul tema Com’è cambiata oggi la percezione del
confine?


sabato 21 giugno / ore 18.30
visita guidata con Andro Merkù in perenne crisi d’identità, critico d’arte d’eccezione…
commento sonoro alle opere di Daniele Mastronuzzi (live electronics) e PCK (sax)

venerdì 4 luglio / ore 18.30
presentazione, con la partecipazione dell’autore, di È notte sul confine (Guanda), ultimo libro
dello scrittore e giornalista Pietro Spirito

domenica 13 luglio / ore 18.30
finissage: premiazione del concorso dedicato al tema dei Confini liquidi e premiazione delle
opere realizzate durante i laboratori artistici. Musica blues, jazz e fusion con il Trio S’paz
(Diego Zotti al piano, Edy Supp batteria e PCK sax)

A conclusione di ogni appuntamento, visita guidata alla mostra e brindisi con i vini pregiati di
Azienda Agricola Zidarich (Prepotto, Duino Aurisina)


GLI ARTISTI
TESTI BIOGRAFICO CRITICI
di Marianna Accerboni

Paolo Cervi Kervischer

Abita sulle rive di Trieste, in uno storico palazzo progettato nel 1906 da Max Fabiani: su un
piano l'abitazione e sull'altro lo studio, proprio nelle stesse stanze che ospitavano il grande
architetto mitteleuropeo, quando da Vienna o San Daniele del Carso veniva in città. Una
crisalide creativa, rimasta intatta nel tempo e costellata da oggetti curiosi di ogni genere, a
cominciare dalla ricca raccolta di antichi specchi da toilette in argento.
In queste stanze, luogo di scenografico appeal ma nel contempo intimo, Kervischer, protetto
dagli oggetti che ama, tra tessuti e ricordi di fascino, espone, come in una sorta di galleria
estemporanea, le tappe della sua ininterrotta ricerca, che travalica il figurativo e, attraverso
fantasmi dorati, perviene all’essenza e alla coscienza. Concetto approfondito con Emilio
Vedova all’Accademia di Venezia: esperienza fondante, che determinò in lui un’importante
svolta introspettiva – il grande passaggio -, coerente con il pensiero freudiano proprio della
cultura mitteleuropea, cui sente di appartenere. Non per nulla ha preso due volte studio a
Vienna, lavorando con i pittori austriaci Maria Lassnig e Arnulf Rainer.
Dai personaggi solitari e silenziosi che varcano la soglia dell'infinito, provenienti da un
universo calibrato sui toni del grigio e del nero, ai grandi volti brechtiani di slancio
espressionista, Kervischer conduce una riflessione legata al mondo mitteleuropeo e alla
sperimentazione delle avanguardie internazionali, in cui il sapore della vita appare solare ma
è anche dolceamaro e in certi casi drammatico, nel senso più classico del drama. Colto,
profondo, complesso, curioso ed esplosivo, opera con mostre personali, installazioni e
performance in Italia e all’estero, soprattutto in area mitteleuropea. Parte integrante della
sua anima e della sua creatività, accanto a incisione, fotografia e video, è la musica, cui si
dedica suonando il sax. Ha ideato la prima tazzina della illy Art Collection.


Claudio Mario Feruglio

Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, in più di cinquant’anni ha tenuto mostre
personali in musei, gallerie private e prestigiose istituzioni pubbliche in tutto il mondo. Tra
queste, la Biennale di Venezia, il Museo Villa Merkel a Esslingen in Germania, il Museo
Archeologico nazionale di Firenze, il Museo FAD di Barcellona, la Sala Rosa dell’Università
degli Studi di Siena, il Museo Diocesano e le Gallerie del Tiepolo a Udine.
I suoi dipinti, realizzati secondo una tecnica ineccepibile, intrisi di sensibilità e di intensi
contrappunti luministici, affascinanti ma non estetizzanti, sono ispirati alla poetica del silenzio
e inducono all’ascolto interiore. La sua ricerca di trascendenza è, fin dagli esordi, tema
fondante della propria opera: un’arte sospesa tra rigore, lirismo e percezione dell’infinito, con
un battito d’ali che tocca e coinvolge il sentire collettivo. Avvalendosi di un cromatismo
intenso, impreziosito da molteplici velature e simbiotico in relazione alle predilezioni
espressioniste, Feruglio costruisce con abile tocco un ponte di luce tra realtà e infinito, tra
individuo e universo, con intuizioni poeticamente e intellettualmente elevate, che
addolciscono la vitalità graffiante propria dell’espressionismo secondo una vena neoromantica
molto attuale ed emozionante. La sua arte rappresenta una riflessione di natura intimista,
che eleva la sua ricerca pittorica al livello di spazio etico, rendendoci tutti partecipi della sua
concentrata introspezione di apertura universale. Inoltre, nelle tele di questo artista colto e
molto preparato, affiorano, a ben guardare, anche dei sottili riferimenti ai vedutisti
fiamminghi e a quel senso di smarrimento e al pathos che potrebbero essere generati dalla
possibilità di un Day after.


Jasna Merkù

Intelletto poliedrico e versatile, si è formata approcciando le diverse discipline artistiche che
portano allo studio della forma e del colore: dopo la laurea in grafica editoriale e pubblicitaria
all’I.S.I.A. di Urbino, ha frequentato le sezioni scultura e comunicazione visiva dell’Accademia
di Belle Arti e Design di Lubiana e, a Trieste, i corsi d’incisione con Marjan Kravos, la Scuola
di Figura del Museo Revoltella con Nino Perizi, il laboratorio di ceramica di Ondina Brunetti e il
corso di formazione operatori del Gruppo Immagine Trieste con Metta Gilson, legato alle
ricerche d’avanguardia di Bruno Munari e Riccardo Dalisi.
Attiva nella progettazione grafica editoriale e pubblicitaria, illustra e impagina libri per
bambini, scrive testi per quotidiani, riviste specializzate, radio e TV, presenta mostre e tiene
laboratori di arti visive in Italia, Slovenia, Austria, Ungheria, Irlanda, paesi in alcuni dei quali
ha anche esposto e dove sue opere sono collocate in collezioni permanenti. Svolge un’intensa
attività di sperimentazione artistica personale nell’ambito della grafica, della scultura e della
pittura, che la conduce alla creazione di raffinate carte a mano con interventi polimaterici di
natura organica, scegliendo di volta in volta temi diversi. Tra i materiali prediletti, elementi di
origine vegetale, piume d’uccello, filati e retine dalla valenza simbolica che rimandano al suo
mondo interiore. Il quadrato è la forma più ricorrente e, con le opere che ama esporre a
gruppi, costruisce interventi a parete e nello spazio.
Con la sua arte fortemente materica Jasna contempla un universo ideale in cui sogno e
realtà, bellezza e natura si fondono dialogando in armonica corrispondenza con un supporto
che fa intimamente parte del progetto artistico di questa pittrice e fine intellettuale che, con il
fratello Andro, discende da un padre, Pavle, elegante e raffinato interprete e compositore di
musica contemporanea. Un'armonica eredità artistica e intellettuale, che ha sicuramente
influenzato la creatività libera e senza confini di un'artista che coniuga la vivace e sapiente
manualità con una finezza interiore che si esprime nelle raffinate carte intensamente
materiche e senza tempo di Jasna. In cui intensi bagliori atmosferici s'intrecciano a poetiche
riflessioni e meditazioni astratte e informali, successive anche a prove scultoree di grande
virtuosismo legato al realismo, che pochi forse conoscono come i bellissimi busti femminili e
maschili degli anni Novanta modellati nell’argilla e poi tradotti in gesso anche con interventi a
mano.


Zoran Music

Unico artista a esporre in vita con una personale al Musée d’Art Moderne di Parigi, è uno dei
grandi maestri del ‘900. Dopo l’Accademia di Zagabria, in Spagna rimane profondamente
affascinato da Goya. Dopo Dachau, si trasferirà a Venezia. Nel 1951 vince il Premio Parigi, in
seguito al quale espone con successo alla Galerie de France e si trasferisce nella capitale
francese.
In mostra sono presenti 15 opere, in prevalenza oli, realizzati dal pittore tra il 1953 e il 1984:
lavori molto importanti, rari e raffinati come per esempio gli Atelier degli anni ’83 e ‘84, nei
quali si raffigura con la moglie Ida, figlia del pittore veneziano Guido Cadorin, di cui esiste
solo una decina di esemplari; gli altri dipinti testimoniano gli anni della rinascita e della
riacquisita serenità, quando Music, reduce da Dachau, ritorna alla vita e a Venezia, “che è
tutto per me”, come affermava l’artista. Non sono i grigi umbratili e scuri della senescenza,
ma la luce ritrovata dopo il periodo buio del campo di concentramento. Gli ritornano in mente
gli amati motivi e le atmosfere dalmate, gli asinelli, i cavallini, i traghetti, le reti da pesca, ora
stilizzati e non più figurati, che aveva visto a Curzola prima della guerra, espressi attraverso
variegate allitterazioni cromatiche e tonali, trasfuse poi nella morbidezza del paesaggio
senese.
Tra tutti, emergono alcune chicche: come uno dei venti manifesti dipinti ad acquerello da
Music per la sua personale del ’53 alla Galleria L’obelisco di Roma, una delle più prestigiose in
Italia, che aveva lavorato con il pittore già dagli anni ’49 - ’50. Diretta da Livio Caputo e Irene
Brin, aveva “traghettato” negli Stati Uniti, i più prestigiosi artisti italiani, tra cui appunto
Music.
Molto interessanti e mai esposti assieme, sono poi i tre disegni dedicati a Gorizia, realizzati
nel 1945 al suo ritorno dalla prigionia, quando, stabilitosi a Lubiana, era stato poi costretto a
rifugiarsi nel capoluogo isontino dai Vendramin, parenti della madre.


Luigi Spacal

Figlio di una lavandaia e di un tagliapietra, orfano di padre a quattro anni, con talento e
tenacia Spacal ha seguito un percorso in salita, dal lavoro a undici anni, a disegnatore in un
cantiere navale triestino; al Liceo artistico di Venezia, all’Istituto per l’Arte Decorativa a
Monza, all’Accademia di Brera a Milano sotto la guida di Pio Semeghini e degli architetti
Giuseppe Pagano e Agnoldomenico Pica.
Rigoroso poeta dell’essenziale, ha raggiunto nel corso del tempo un linguaggio icastico,
connotato da un segno personale e avvincente e da accostamenti cromatici raffinati e
illimitati, che sotto l’apparente semplicità celano un velo di lirismo e un intuito surreale. Non
per nulla, attivo nell’arte dell’arazzo e incisore dal poliedrico virtuosismo tecnico, partecipò
più volte alle Quadriennali romane e alla Biennale di Venezia, dove nel ’54 e ’58 ottenne il
primo premio per la grafica.
Il suo elegante simbolismo è divenuto, senza dimenticare altre tematiche, immagine e
memoria del paesaggio urbano e naturale, intesi in senso contemporaneo, del lavoro e del
mare.
In mostra sono esposte alcune fasi fondamentali - dal 1953 al 1970 - della sua ricerca,
apprezzata anche a livello internazionale: da Supermarket (1953/’65), sperimentazione
materica basata sull’incidenza della luce e sul significato delle ombre intese in senso
geometrico, coeva al pensiero plastico di Getulio Alviani e di altri sul valore della forma pura;
al problema mai sopito dell’inquinamento, espresso nel ’55 in una particolare tecnica mista
intitolata La città nera.
Nello stesso anno Spacal ideò anche una poetica rappresentazione geometrica delle saline,
concentrata in mostra in alcune grafiche e in una tempera, in cui si avverte pure il sapore del
mare. Per chiudere nel ’70 con un intrigante bassorilievo, Bidonville di notte, e con Lo
steccato. Momento poetico, opera che segnò il passaggio fondamentale tra la figurazione e
l’approccio all’astrazione.


Carlo Vidoni

Fin da giovane manifesta forte inclinazione per l’arte visiva, si diploma in Arte della Grafica e
Fotografia all'Istituto Statale d’Arte Giovanni Sello e si laurea in Conservazione dei Beni
Culturali, specializzandosi in Storia dell’Arte Contemporanea a Udine.
Fondamentale è la frequentazione dello scultore Luciano Ceschia e del pittore Vittorio
Basaglia. Sperimenta nel suo atelier di Tarcento tecniche e materiali innovativi, in particolare
resine sintetiche in combinazione con materiali naturali, tra scultura, installazione, fotografia
e disegno. Fortemente legato all’uomo e alla relazione con l’ambiente, sviluppa una continua
riflessione sul rapporto tra materia-memoria e natura-civiltà.
Espone intensamente in Italia e all’estero, è invitato a partecipare alla rassegna hicetnunc,
collabora con la rivista Perimmagine e nel 2007 è tra i vincitori del concorso
ManinFesto/Fotografia in Friuli Venezia Giulia al Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin,
direttore Francesco Bonami.
Nel 2014 è a Villa Moretti di Tarcento con Origini e destinazioni, retrospettiva molto ampia e
rappresentativa: 100 installazioni, sculture, foto e disegni ne testimoniano il profondo legame
con il territorio. Partecipa a Tracce di esistenza con l’Associazione Venti d’Arte in importanti
spazi museali regionali ed esteri, più volte a Bruxelles, con lavori sul rapporto tra uomo ed
ecosistema e materiali e linguaggi visivi diversificati. Espone su invito all’Ex essicatoio Bozzoli
di S. Vito al Tagliamento, Destiny/Destination, installazione su migrazione, identità e mobilità
umana.
Ha collaborato con gallerie di prestigio, tra cui dieci.due! di Milano, L’Église e Spazio
Ferramenta Off di Torino, Immaginaria di Firenze, Vanna Casati di Bergamo, e con Emuse
editore.
Continua a evolversi grazie a un'attenta osservazione del presente e del dialogo costante tra
dimensione intima e collettiva dell’esistenza.


Toni Zanussi

Rimasto precocemente orfano dei genitori, si imbarcò giovanissimo su navi da crociera,
formandosi sotto il profilo artistico nel corso dei suoi viaggi. Autodidatta, è stato molto
apprezzato dal grande critico Gillo Dorfles che, nel suo libro Gli artisti che ho incontrato
(Feltrinelli editore), lo definì Pittore della cosmogonia e della contaminazione tra materia e
realtà sociale, artista del recupero degli sprechi e poeta. Da oltre quarant’anni le sue opere
sono raccontate da molti scrittori e intellettuali ed esposte in giro per il mondo, da Venezia a
Parigi, dove raccolgono successi sempre crescenti.
Armoniosa sintesi tra sperimentazione estetica e concettuale ininterrotta, raffinata ricerca
cromatica, accesa ma nel contempo sobria, intensi contrappunti di luce e forte volontà di
esprimere il proprio impegno civile, l’arte poetica di Zanussi veicola un messaggio di pace,
quale mezzo espressivo universale per combattere chiusure ideologiche e ingiustizie sociali:
un ricco immaginario, stilato secondo una cifra molto personale, equilibrata e sottilmente
dinamica, che genera una pittura astrale, sgorgata dal cuore di un artista buono, intenso e
riservato, dal gesto pittorico incantato.
I suoi lavori ci parlano dell’esistenza reale, trascendendone il significato e idealizzandola
attraverso simbolismi iconici e di speranza e collocandosi nell’ambito di quel filone espressivo
orientato a un’interpretazione della realtà arricchita da suggestioni oniriche, fantastiche,
poetiche, metafisiche e surreali, che ha caratterizzato, in nome della libertà, buona parte
dell’arte e persino dell’architettura del Novecento e contemporanea, a partire da Mirò per
arrivare alle forme organiche dell’architetto statunitense Frank Gehry.


Produzione MLZ Art Dep

Info: www.triestecultura.it
Ufficio stampa Daniela Sartogo +39 342 855 1242
+39 335 6750946 / marianna.accerboni@gmail.com
 
 

 
 
TRIESTE
Hotel, Bed & Breakfast, Agriturismo, Ristorante/Pizzeria, Camping/Villaggio, Casa, Foto, Eventi, Guide Turistiche, Diari di viaggio, Escursioni e Tours, Musei,
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 


Copyright © 2009-2025 SendTravel.com - Tutti i diritti riservati.
All Rights Reserved. Vietata la riproduzione anche parziale.
w